L’autopsia psicologica è lo
studio e la ricostruzione del profilo e della storia di ciò che ha
pensato, sentito e fatto una vittima prima della sua morte.
“Vittima” si intende per mano omicida, per scomparsa non
volontaria o per propria mano, nella forma del suicidio.
La ricostruzione necessita di un
approfondito e complesso lavoro di raccolta di tutto ciò che può
“parlare” della persona prima dell’evento tragico:
testimonianze di familiari, amici e conoscenti , rapporti di polizia
o medici legali, raccolta di documenti personali e scritti della
vittima.
Nello specifico, l’analisi grafologica degli scritti completa e
supera, per esempio, la raccolta di testimonianze in quanto rende più
immediato lo studio della personalità e dello stato d’animo della
persona e garantisce un’interpretazione oggettiva e non filtrata
dallo stato d’animo, vissuto e percezione soggettiva di terzi,
conoscenti e coinvolti nell’evento. Inoltre può essere fatta anche
a distanza di anni (cold cases) e in assenza di testimoni e di una
memoria e ricordo preciso.
Dall’anno
2005 ho iniziato un’attività di raccolta e studio di grafie
inerenti le ultime lettere lasciate dai suicidi, al fine di
sperimentare l’applicazione concreta dell’autopsia grafologica e di poterla applicare, con lo stesso metodo, anche
ai casi di omicidio e scomparsa.
L’ultima
lettera diviene una fotografia che, da sola, fissa un attimo prima di
una decisione spesso irreversibile e diviene scrigno di uno stato
d’animo, un sentire, una vita spesso taciuti o non compresi, utile
tanto in campo preventivo quanto per aiutare le indagini nei casi
dubbi.
E' disponibile una pubblicazione a titolo esplicativo ed introduttivo sulla autopsia grafologica :
Dott. Sara Cordella
Grafologo ai sensi della legge 04/2013
Nessun commento:
Posta un commento