lunedì 29 luglio 2013

AUTOPSIA GRAFOLOGICA

L’autopsia psicologica è lo studio e la ricostruzione del profilo e della storia di ciò che ha pensato, sentito e fatto una vittima prima della sua morte. “Vittima” si intende per mano omicida, per scomparsa non volontaria o per propria mano, nella forma del suicidio.
La ricostruzione necessita di un approfondito e complesso lavoro di raccolta di tutto ciò che può “parlare” della persona prima dell’evento tragico: testimonianze di familiari, amici e conoscenti , rapporti di polizia o medici legali, raccolta di documenti personali e scritti della vittima.
Nello specifico, l’analisi grafologica degli scritti completa e supera, per esempio, la raccolta di testimonianze in quanto rende più immediato lo studio della personalità e dello stato d’animo della persona e garantisce un’interpretazione oggettiva e non filtrata dallo stato d’animo, vissuto e percezione soggettiva di terzi, conoscenti e coinvolti nell’evento. Inoltre può essere fatta anche a distanza di anni (cold cases) e in assenza di testimoni e di una memoria e ricordo preciso.
Dall’anno 2005 ho iniziato un’attività di raccolta e studio di grafie inerenti le ultime lettere lasciate dai suicidi, al fine di sperimentare l’applicazione concreta dell’autopsia grafologica e di poterla applicare, con lo stesso metodo, anche ai casi di omicidio e scomparsa.
L’ultima lettera diviene una fotografia che, da sola, fissa un attimo prima di una decisione spesso irreversibile e diviene scrigno di uno stato d’animo, un sentire, una vita spesso taciuti o non compresi, utile tanto in campo preventivo quanto per aiutare le indagini nei casi dubbi.
E' disponibile una pubblicazione  a titolo esplicativo ed introduttivo sulla autopsia grafologica :




                                                          Dott. Sara Cordella
                                                                     Grafologo ai sensi della legge 04/2013     

lunedì 22 luglio 2013

PANORAMICA SULLA MANIPOLAZIONE IN FOTOGRAFIA

La fotografia è una delle forme di documentazione più certa, avendo la possibilità di fissare (teoricamente per sempre) un accadimento, una persona. Impiegata oramai da secoli nella vita quotidiana in molteplici campi la fotografia è considerata la “ prova “ per eccellenza. Purtroppo però non è una prova assoluta dato che una fotografia può essere falsificata. Ricatti, calunnia, finti scoop , truffe, questi sono i principali campi di utilizzo di una foto falsificata.
L'analisi delle fotografie di presunti avvistamenti di UFO  è uno degli esempi di applicazione
delle tecniche per l'individuazione di manipolazioni ( fonte foto www.infooggi.it).

 Nell'epoca di internet , di Fb e dell'informatica che ha rivoluzionato la fotografia, è diventato più semplice falsificare una foto e diffonderla. Un esempio recente è dato dalla vicenda che ha visto come protagonista la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, sul web è stata fatta circolare una foto di una donna nuda che per alcuni era la Boldrini. Non era così , la donna aveva solo una vaga somiglianza con la Presidente della Camera. Quale danno d'immagine può creare un simile evento è facile immaginare. Ma come si può falsificare una foto ? E come si possono individuare eventuali falsificazioni ?

Bisogna partire da come funziona una macchina fotografica . Il funzionamento è molto semplice : la luce passa attraverso una lente che capovolge e mette a fuoco l'immagine osservata su un elemento sensibile ( pellicola per la fotografia analogica, sensore per la fotografia digitale ). Quindi la luce gioca un elemento fondamentale , per ottenere una immagine ottimale bisogna regolare la luce che colpisce l'elemento sensibile. Per farlo si deve regolare quanta luce far entrare ( tramite il diaframma ad iride regolabile ) e per quanto tempo ( tramite i tempi di esposizione ). Nella fotografia analogica l'immagine impressa sulla pellicola viene sviluppata con metodo chimico in camera oscura e poi stampata. Nella fotografia digitale la pellicola è sostituita dal sensore che trasforma la luce in impulsi elettrici che vengono elaborati dal processore che ne ricava un ' immagine che viene registrata su una memoria ( scheda di memoria ).Il processore in ciascuna foto archivia diversi dati, i dati exif ( ora e data dello scatto, tipo di macchina usata, tempo di esposizione, apertura,ecc ). Le foto digitali poi possono essere scaricate su un computer per essere migliorate mediante software apposito, stampate e/o inviate tramite internet.
Proprio la facilità di essere trattate con software appositi rende le fotografie digitali facilmente manipolabili e falsificabili.
Ma come può essere falsificata una fotografia ?  Facciamo un breve elenco ( non esaustivo ):
  • Il fotomontaggio : si copia un'immagine per applicarla all'interno della scena che si intende modificare.
  • Eliminazione di dettagli indesiderati : nulla viene aggiunto ma vengono eliminate alcune parti della fotografia.
  • Modifica di un elemento della fotografia : per esempio può essere cambiato il colore di un oggetto tramite software. Nulla viene aggiunto o eliminato.
  • Creare una nuova immagine tramite software di grafica.
  • Dare false informazioni sulla collocazione sia nel tempo che nello spazio della fotografia.
  • Utilizzare sosia, luoghi ed oggetti somiglianti per creare una fotografia all'apparenza autentica.
Per rendere più ardui i controlli sulla autenticità delle foto vengono usati diversi espedienti : fornire immagini a bassa risoluzione, foto stampate su carta così da impedire la lettura dei dati exif.
Passiamo ora ad analizzare brevemente la tipologia di esami atti ad individuare eventuali manipolazioni.

Esami strumentali :
  • Osservazione delle foto stampate in microscopia stereoscopica.
  • Esame riflettografico delle foto stampate per osservare se le superfici e se i pigmenti inchiostrati delle immagini recano tracce anomale,promiscuità,luminescenze o fluorescenze da giustapposizioni e/o da modifiche.
  • Analisi mediante appositi software dei dati exif per individuare l'utilizzo di software per l'editing.
  • Esame merceologico delle eventuali stampe e se disponibili della pellicola e del negativo.

Esami di altra natura :
  • Individuazione della data dello scatto,il luogo , i soggetti ecc per ricercare eventuali incongruenze.
  • Ricostruzione della realizzazione della foto a livello tecnico ( lunghezza focale, uso del flash ).
  • Analisi di luce e ombre .
  • Verifica della scala dimensionale dei soggetti.
  • Verifica della coerenza delle linee prospettiche e del punto di fuga.
  • Individuazione di elementi illogici.
  • Analisi del contorno dei soggetti.
  • Verifica della qualità degli elementi presenti nella fotografia.
  • Confronto dei tratti fisionomici.





La possibilità data dai cellulari di scattare fotografie praticamente in ogni istante, l'estrema efficacia e semplicità d'uso dei software di editing, le illimitate possibilità di diffusione fornite da internet rendono ancora più alto ed insidioso il rischio di uso di foto manipolate che possono creare enormi danni d' immagine e patrimoniali.

                                                     Dott. Sara Cordella
                                            Grafologo ai sensi della legge 4/2013

domenica 7 luglio 2013

EMANUELA ORLANDI LA LETTERA ANONIMA DI BOSTON E IL SEGNO GRAFOLOGICO ROVESCIATA



EMANUELA ORLANDI

LA LETTERA ANONIMA DI BOSTON E IL SEGNO GRAFOLOGICO ROVESCIATA


La vicenda della misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi ha visto negli anni una produzione notevole di scritti anonimi di vario tipo. Sigle e personaggi diversi si sono serviti di scritti anonimi per alimentare un mistero che è arrivato al suo trentennale.
Particolare rilievo hanno avuto gli scritti spediti da Boston. Si è scelto, in questa sede, di prendere in esame la lettera spedita da Boston (precisamente dalla Kenmore Station ) il 22 settembre 1983 a Richard Roth corrispondente a Roma della “Cbs”. Roth riceve la lettera il 27 settembre 1983 presso la sua residenza romana.
Nella busta oltre alla lettera era contenuto un cartoncino con sopra scritto “795 RNL”. La lettera, oltre a seguire la linea della richiesta della liberazione di Agca come condizione per la liberazione di Emanuela Orlandi, annuncia che verrà reso pubblico “un episodio tecnico” che deve essere inteso come ritorsione per il rifiuto di adempiere alle condizioni per il rilascio della ragazza. 
Roth non è il primo giornalista che riceve scritti anonimi legati alla vicenda Orlandi: il 4 settembre 1983, in un furgone della Rai, viene lasciato uno scritto anonimo e copia di uno spartito musicale identico a quello in possesso di Emanuela Orlandi il giorno della scomparsa. Lo scritto anonimo viene fatto ritrovare dall' ”Amerikano”, personaggio (ad oggi senza nome) che per mesi tratta con la famiglia Orlandi dettando le condizioni per la liberazione di Emanuela.





Busta contenente la lettera





Grafia della lettera di Boston



Vediamo ora le caratteristiche grafologiche predominanti della lettera in questione, partendo dall’osservazione che tutto il tracciato non appare dissimulato ma spontaneo e, questo fatto, agevola di molto il grafologo nella realizzazione di un profilo perché, chi ha redatto la lettera, non cela attraverso artifizi la propria personalità.
Anche all’occhio del profano, balza subito un’immagine grafica evidente: gli assi della lettere tendono ad essere rigidamente piegati verso sinistra: quello che il grafologo definisce “Rovesciata”
Rovesciata è un segno del “vissuto” che spesso si sviluppa in età evolutiva. È tipica del soggetto che, nega il bisogno di affetto, mostrando sentimenti contrari a quelli che prova realmente. Girolamo Moretti[1] lo considera un segno di rimozione, una grafia, in origine pendente (assi verso destra), che, non trovando saturazione affettiva, nega a se stesso il proprio bisogno d’amore e  lo trasforma in sentimenti di diffidenza e riserva.
Tipico della grafia Rovesciata è l’evasione dal concreto e dall’attuabile, e la difficoltà a liberarsi da impulsi contrastanti e asociali, nella costante volontà di non far trapelare i propri sentimenti.
Il segno Rovesciata, pertanto, è affettività celata e mascherata, di cui si ha bisogno ma che mai si ammetterebbe come necessaria. Il soggetto sente fortemente il bisogno di incontro con l’altro, ma attende sempre che sia l’altro ad andare verso lui.
Il soggetto vive una continua lotta tra il bisogno di abbandono affettivo e la mancanza di fiducia nell’abbandono stesso. Una tale contraddizione  alimenta sentimenti come la gelosia, la diffidenza e il possesso, esasperati in quanto basati su un senso di insicurezza interiore.
Se a scrivere è un adolescente, tale segno grafico denota un conflitto tra il desiderio di crescere ed il timore di farsi carico delle responsabilità degli adulti.
Tale rovesciamento può essere interpretato in due modi:
1.     In quanto segno del vissuto[2] può essere conseguenza di forti stress emotivi, di esperienze traumatiche (traumi, separazioni, lutti soprattutto nel contesto familiare che portano a considerare la realtà temibile, alimentando nel soggetto una sensazione di pericolo e la tendenza all’isolamento affettivo e sociale)
2.     In soggetti in età adolescenziale, come rivelatore di complessi e conflitti interiori, comuni a questa età, del tipo dipendenza-indipendenza, desiderio di crescere e timore di farsi carico dei ruoli degli adulti.
Moretti sottolinea che tale segno grafico si trova soprattutto nelle scritture femminili.

Altra caratteristica importante della grafia della lettera di Boston è la presenza di tratti “infantili” e poco evoluti. Questo indica che il soggetto non ha acquisito fiducia in se stesso, a causa dell’elemento familiare.
Il quadro che si delinea (grafia Rovesciata e Infantile), abbinata ad un gesto curvilineo (volontà di sentirsi accettati) in un contesto di chiusura, parla di un sentimento di percezione negativa nei propri confronti e di una volontà di controllo rigido su se stesso e sul proprio corpo, un genere di grafia che, molto spesso, si trova, per esempio, nei soggetti affetti da disturbi e disordini alimentari[3].

Dott. Sara Cordella
Grafologo ai sensi della legge 4/2013








[1] Girolamo Moretti- Trattato di Grafologia – edizioni Messaggero Padova.
[2] Pacifico Cristofanelli – I segni del vissuto – istituto grafologico Moretti